Finisce oggi la New York Fashion Week autunno inverno 2019-20, sulla scia della semplicità androgina firmata Helmut Lang e sulle note della femminilità dolcemente sussurrata dagli abiti di Jason Wu. Helmut Lang torna ai fondamentali: le linee dei capi sono basiche, i colori altrettanto. Lunghi cardigan dal taglio rigoroso, pantaloni con riga centrale e camicie chiuse fino all’ultimo bottone definiscono un perfetto stile da ufficio, di quelli affermati, che faranno sicuramente la gioia di sofisticate donne in carriera. Tutt’altra atmosfera si respira da Jason Wu. In passerella si avvicendano abiti che seguono languidi le silhouette e si susseguono tonalità cromatiche calde, all’insegna di una femminilità assoluta. Abiti moderni, certo, ma venati di un romanticismo che sembra arrivare da lontano nel tempo. Tagli obliqui e studiate sovrapposizioni danno vita, nel défilé firmato Proenza Schouler, a una sorta di minimalismo altamente complesso, con outfit ricchi di strati, ciascuno con una sua nota particolare, per una polifonia di elementi nel complesso molto equilibrata. Opulenta è invece la moda proposta da Zimmerman. Stampe a fiori, pattern maculati, maniche a sbuffo, pizzi e trasparenze creano uno stile estroverso, che vede come protagonista una donna un po’ gitana, un po’ bon ton, un po’ figlia dei fiori, un po’ aristocratica. Il mix di influssi è insomma da vertigine. Da See by Chloé è andata in scena la rivisitazione contemporanea dello stile donna nella prateria, che alterna capi da lavoro ampi e confortevoli, per il giorno, a vestiti con stampe a microfiori e tante rouches, per la sera. Sofisticata, minimal e funzionale è invece la moda firmata Hugo Boss, che fa convivere meravigliosamente bene in ogni outfit un’anima fluida con un’anima geometrica, per un risultato di quelli più che portabili. E ora che la NY Fashion Week è finita, non ci resta che prendere l’aereo e trasferirci a Londra, per una settimana della moda che si annuncia scoppiettante.
