1 Ottobre 2019

La moda eco della Parigi Fashion Week pe 2020

Givenchy3

Upcycling, green, eco: sono fra le parole più sentite in questa scintillante Parigi Fashion Week p/e 2020. Cambiare la moda cambiando i modi di produzione sembra essere il nuovo mantra degli stilisti. Il premio delle più attiviste in favore del pianeta se lo aggiudicano, senza sorpresa e anche senza ombra di dubbio, la più ribelle delle stiliste, ovvero Vivienne Westwood, e Stella Mc Cartney, sostenitrice di una moda eco sin dalla primissima ora. La maison Givenchy, sotto la direzione creativa di Clare Waight Keller, sposa anch’essa l’idea di una moda consapevole. I capi che hanno sfilato sono un primo, apprezzato passo verso la pratica diffusa dell’upcycling. Le materie con cui sono stati realizzati sono infatti riciclate. Grazie a loro, ha preso vita una collezione dalle volumetrie attentamente studiate, che guardano agli anni Novanta ma senza fastidiosi manierismi. Capi fluidi si alternano a forme strutturate. Un senso di leggerezza si sprigiona dai tessuti, che appaiono freschi e piacevoli al tatto. Fiori 3D, bustini in cuoio e maniche a sbuffo aggiungono una nota pepata a una collezione altrimenti sobria e minimale. Non solo ecologia. In questa Parigi Fashion Week la moda è anche sinonimo di opulenza formale, come da Valentino, dove hanno sfilato volumetrie generose, che sono piena espressione della poesia stilistica di Pierpaolo Piccioli. L’epurata stravaganza degli abiti è un’invito ad essere, nello stile, individualisti. Solo nello stile, perô. Per celebrare una moda inclusiva, per il suo nuovo profumo Born in Rome, Valentino ha infatti scelto la modella rifugiata Aduth Akech, dando un’inflessione politica alla altrimenti, frivola essenza dei prodotti di bellezza. Tanto bianco, qualche pezzo color block nel verde fluo, nel rosso corallo e nel fucsia, e un profluvio di motivi tropicali. Così Pierpaolo Piccioli ci vede per la prossima stagione calda.