6 Gennaio 2020

Emanuel Ungaro: ritorno su una carriera d’eccezione

Il 2019 ha visto due grandi perdite nel mondo della moda: Karl Lagerfeld e Emanuel Ungaro. Se il primo aveva costruito attorno a sé un mito, continuamente arricchito da aneddoti e stravaganze, il secondo, dal 2004, si era ritirato dalle scene, delegando la sua propria maison di moda. Ungaro nasce a Aix-En Provence, figlio di un pugliese rifugiatosi in Francia durante il fascismo. Da qui il cognome che parla italiano, accanto al nome francese. Dopo essersi formato da Balenciaga, a Barcellona, Ungaro apre, nel 1965, un suo proprio laboratorio che conta, fra le tante affezionate clienti, niente meno che Jackie Kennedy. La sua moda è colorata, anzi caleidoscopica, concepita come un invito al buonumore. Le stampe vivaci, che vedono primeggiare i colori acidi, sono bilanciate da tagli rigorosi. Per Ungaro, ogni tessuto è una storia d’amore, come affermato da lui stesso. Un amore fatto di piacevoli sensazioni al tatto, alla vista e all’udito. Per lo stilista, la moda è una questione di equilibrio tra precisione e follia. Con gli anni, ai tagli rigorosi, Emanuel Ungaro preferisce sempre di più le materie evanescenti e leggere, che disegnano forme tanto piene quanto impalpabili. Da ogni sua creazione si sprigiona il sentimento di una sensualità vivace. Una volta, lo stilista ha dichiarato che un abito è un sorriso, un modo spensierato di vivere la vita. Fra i pezzi che più hanno marcato la sua carriera, c’è il top a forma di farfalla: una creazione aderentissima e tempestata di paillettes, uscita nella primavera del 2000 e indossata da Mariah Carey e Salma Hayek.  Oltre che nei vestiti, la sensualità firmata Emmanuel Ungaro si esprime anche nei profumi, come i recenti Diva e Fruit D’amour. Carichi di note che stregano i sensi, i due profumi sono emblematici di un modo di essere improntato al piacere e all’edonismo.